Cosa vedere a Candelaria: alla scoperta dei suoi tesori nascosti

Tenerife è, tra le isole Canarie, quella che presenta l’offerta turistica più variegata; chi ama l’allegria della vita notturna o i comfort e i vantaggi del lusso troverà le strutture di Costa Adeje pronte ad accoglierlo, il vulcano Teide saprà regalare ore meravigliose a chi apprezza la natura, i bei paesaggi e la vita all’aria aperta, i diversi parchi divertimento saranno la gioia dei più piccini; a chi invece ricerca le tradizioni e la buona tavola è consigliata Icod de los Vinos.

Anche per quelle persone che invece, ovunque vadano, sentono il bisogno di percepire lo sguardo del Cielo, Tenerife ha doni da elargire. Esiste infatti una cittadina, a circa 15 Km da Santa Cruz de Tenerife, interamente dedicata al turismo religioso. È uno dei luoghi di culto e pellegrinaggio più importanti della Spagna, che custodisce all’interno del suo santuario mariano l’immagine della patrona della Canarie.

Sto parlando di Candelaria, situata nella zona nord-orientale dell’isola: ogni anno accoglie nella Basilica de Nuestra Señora de la Candelaria due milioni e mezzo di pellegrini che si inchinano davanti alla statua de “La Morenita”.

Dunque, se siete indecisi su cosa vedere a Tenerife una volta atterrati sull’isola, visitare il piccolo centro di Candelaria potrebbe essere sicuramente un buon inizio.



Cosa vedere a Candelaria

Come è da aspettarsi da un luogo come Candelaria, meta costante di pellegrinaggio, chiese e edifici religiosi in generale hanno una rilevanza non da poco. Tra essi spicca la Basilica de Nuestra Señora de la Candelaria, che sorge in Plaza de la Patrona de Canarias, sorvegliata a vista dalle statue dei Menceyes di Candelaria.

A pochi passi da essa sorgono anche il Convento dei Padri Domenicani e Casa Cabildo, sede dell’antico Comune.

Collegati alla figura della Vergine, a breve distanza dalla piazza, troviamo anche la Cueva de Achbinico e la Ermita de San Blas, mentre, spostandoci nella zona alta della cittadina, si può visitare la preziosa chiesetta di Santa Ana, patrona di Candelaria, col suo splendido belvedere, e il museo Casa las Miquelas.

E infine non dimentichiamoci le spiagge che delimitano e affiancano questo territorio posto sotto la protezione della Santa Vergine: in un posto come questo, dove la voce del mare sovrasta quella umana, non potevano che avere un ruolo di primo piano.

basilica di candelaria tenerife

Basilica di Nuestra Señora de la Candelaria

  • Plaza de la Patrona de Canarias, 1, Candelaria

A due passi dal mare, protetta dalle effigi degli antichi re di quel popolo che ha scritto la storia dell’isola, sorge la Basilica di Nuestra Señora de la Candelaria, che volge lo sguardo alla grotta dove fu venerata in passato la statua della Madonna nera.

L’importanza artistica e storica che questa chiesa riveste è tale da valerle il riconoscimento di “Bene di interesse culturale” da parte del Governo della Canarie.

La basilica originale venne costruita nel 1672, ma un grosso incendio non lascio nessuna traccia di essa. Quella che invece oggi si può ammirare, venne costruita nel 1959, per volere del vescovo della Tenerife del periodo, Domingo Pérez Cáceres; da allora i fedeli più devoti vi si recano a piedi da ogni parte dell’isola per rendere omaggio a “La Morenita”.

Ogni anno, il 15 agosto e il 2 febbraio, tra le sue sacre mura echeggino le preghiere di migliaia di pellegrini che vogliono festeggiare la giornata dedicata alla Vergine Patrona delle Canarie proprio nella chiesa per essa edificata.

La statua della Madonna nera, che raffigura la Vergine Maria, viene calata dalla sua postazione abituale e portata in processione per le vie della città, seguita da cattolici e indù che si recano in loco proprio per venerarla.

Questo perché, dietro a questo bell’edificio che riassume in sé i canoni dell’architettura classica, vi è una lunga storia, che comincia nel lontano 1390 e che pare non aver ancora avuto fine.

La leggenda de “La Morenita”

Secondo la leggenda, alla fine del XIV secolo due pastori Guanches, che cercavano di convogliare il loro gregge all’interno di una grotta, notarono su una roccia la figura di una donna con un bambino in braccio. Cercarono di cacciarla via per permettere al bestiame di passare.

Non potevano avvicinarsi a lei perché la loro legge proibiva a qualunque uomo di avere contatti con una donna al di fuori dei centri abitati. Visto che non si muoveva, tentarono di ferirla, ma si accorsero che a sanguinare erano loro.

Spaventati, andarono a chiamare il Mencey Acaymo che, recatosi sul posto, ordinò ai due uomini di trasportare quella strana immagine femminile all’interno della sua cueva. Quando questi eseguirono i suoi ordini immediatamente le loro ferite guarirono.

La statua venne sistemata nella grotta-dimora del sovrano e venerata dal popolo; trent’anni dopo un Guanche fuggito dalla prigionia dei castigliani in essa riconobbe la figura della Vergine Maria. Si decise allora di trasferirla nella Cueva de Achbinico, dove accolse le preghiere dei suoi fedeli fino a che non le venne costruita una chiesa tutta per sé.

Struttura della Basilica di Nuestra Señora de la Candelaria

Sono due le entrate che permettono di accedere a questo luogo di culto.

Quella che si apre sulla facciata principale è contornata da pilastri dorici e da due campanili che raggiungono un’altezza di 35 m. Di fronte ad essa si può ammirare la Fuente de los Peregrinos, con le sue sette vasche a forma di conchiglia, i 7 delfini e il grande mosaico che ricorda uno dei miracoli attribuiti alla Vergine.

Un altro campanile alto ben 45 m caratterizza la facciata laterale, che permette anche di ammirare l’alta cupola che contraddistingue il santuario. Nel suo interno, diviso in tre navate, spicca il soffitto in stile mudéjar che, nella navata centrale, si arricchisce con la raffigurazione degli scudi delle sette isole canarie.

Numerosi i dipinti a olio, gli affreschi e le sculture che abbelliscono le pareti, opere di importanti artisti quali José Aguiar e Martín González: appassionati d’arte di tutto il mondo fanno la fila per poterli ammirare.

La statua della Madonna della Candelaria viene conservata nella cappella maggiore: è opera di Fernando Estévez e risale al 1827 in quanto quella originaria sparì nell’alluvione che colpì la zona nel 1826.

Menceyes Guanches Candelaria Tenerife

I nove Menceyes Guanches

  • Pl. Patrona de Canarias, 1, 38509 Candelaria

Le imponenti nove statue di bronzo che riproducono i Menceyes Guanches, cioè i sovrani del popolo dei Guanci, delimitano il lungomare a cui si affaccia la basilica. Ricordano gli uomini e le donne che tennero tra le mani il destino di Tenerife prima dell’arrivo degli spagnoli.

Ad uno di loro, all’ultimo per la precisione, si deve il nome stesso dell’isola che un tempo era denominata Chinet.

Si batterono fino alla fine per preservare la loro terra, ma non poterono far nulla davanti alla supremazia della cavalleria spagnola e delle epidemie che diedero loro il colpo di grazia. Eppure, ancora oggi, il loro ricordo è ben vivo nella mente della popolazione locale che, in quelle statue che troneggiano sul mare, ritrovano le loro radici.

Cueva de Chinguaro

  • Cam. el Taro, 38580 Güímar

Questa grotta, oggi diventata “Sito di Interesse Culturale”, in passato ha accolto la dimora del re Guanche di Güímar. Fu lì che venne trasportata dai due pastori la statua della Vergine nera; venne sistemata in un angolo della cueva reale, sopra pelli di capra e pecore, e adorata dal popolo che in essa vedeva la dea aborigena Chaxiraxi.

Il complesso del Chinguaro, di cui fa parte la cueva omonima, in realtà è costituito da tutta una serie di grotte naturali o scavate nel tufo, un tempo utilizzate come abitazioni, alle quali venivano affiancate diverse capanne.

Con la colonizzazione castigliana venne costruito un eremo sopra la grotta-reggia che, andato in rovina, è stato recuperato nei primi anni del 2000.

Cueva de Achbinico e Ermita de San Blas

  • Paseo San BLas, 1, 38509 Candelaria

La grotta di Achbinico, o Cueva de San Blas, è quella dove la statua della Madonna nera, per volere del re dei Guanci, venne spostata dopo aver soggiornato per una trentina d’anni nella grotta di Chinguaro.

Diversi i reperti in essa ritrovati che testimoniano l’utilizzo di questa cueva da parte della popolazione originaria dell’isola, tanto da permettere di dichiarare tutto il territorio circostante “zona archeologica”.

L’arrivo della statua della Madonna nella grotta attirò folle di fedeli da tutta Tenerife; in una delle sue pareti è rappresentata la grande festa che accompagnò questo passaggio e campeggia la scritta che attesta il battesimo di molti indigeni in questo tempio di pietra.

Il 2 febbraio 1497, sconfitta la popolazione guanche, il nuovo governatore dell’isola fece celebrare proprio all’interno di questa grotta la festa della Candelora trasformandola nel primo santuario cristiano dell’isola.

Successivamente la statua della Madonna nera venne trasportata nella chiesa edificata in suo onore, e questo antro cambiò denominazione diventando la Cueva de San Blas.

Verrà riportata momentaneamente tra queste pareti di pietra nel 1789, dopo il grande incendio che rase al suolo il suo santuario.

L’eremo rupestre ad essa attiguo, dove viene conservata una scultura di legno di San Blas de Sebaste, venne fatto edificare nel 1790 dai frati domenicani. Ospita anche una copia in bronzo della statua della Madonna della Candelaria. Una copia della statua originale del santo, invece, viene conservata all’interno della grotta, dove, ogni anno, il 3 febbraio, viene celebrata una messa in suo onore.

Camino viejo de Candelaria

Il percorso per raggiungere la Basilica, il cosiddetto “Camino Viejo de Candelaria”, è stato dichiarato sito di interesse storico-culturale nel 2008.

Corrisponde, almeno in parte, all’antica strada che collegava Candelaria con San Cristóbal de la Laguna, ed è molto importante non soltanto dal punto di vista religioso, ma anche paesaggistico e culturale.

Mentre si percorre questo tragitto, si possono ammirare splendidi panorami sulla Valle de Güimar e la costa sud orientale dell’isola, antiche costruzioni tradizionali, come la casa del pirata Amaro Pargo, grotte naturali e diversi eremi e resti di paesini tipici della zona.

Il Convento dei Padri Domenicani

  • Paseo San Blas, 7, 30509 Candelaria

La custodia della statua della Vergine della Candelaria fu affidata ai Padri domenicani dal 1530.

Quello che oggi si affaccia a Plaza de la Patrona de Canarias, però, non è il convento originario, che fu distrutto dall’incendio del 1789; l’attuale edificio religioso che attualmente accoglie i Domenicani risale al 1803.

Le sue pareti sono state testimoni di eventi disastrosi, uno su tutti quello che, nel 1826, portò alla scomparsa della statua originaria della Vergine in seguito ad un’alluvione causata da un furioso temporale. Oggi, nella cappella che la ospitava, ha trovato posto un auditorium, dove si tengono concerti di musica sacra.

È costruito intorno ad un chiostro di pianta quadrata, al quale si affacciano diverse sale; alcune sono riservate a riunioni e conferenze, altre adibite a biblioteca e altre ancora ospitano il Museo di Arte Sacra, dove si possono ammirare antiche pitture, sculture, mobili d’epoca e oreficeria sacra.

Al piano superiore trovano collocazione tutti gli spazi necessari per il normale svolgimento della vita del convento, quindi il dormitorio, la cucina, il refettorio, l’oratorio, ecc.

Casa Cabildo

  • Calle Anton Gúanche, 2, 38509 Candelaria

Accanto alla Fuente de los Peregrinos si nota un edificio molto particolare il cui balcone in tipico stile canario sovrasta il mormorio dell’acqua della fontana. Attualmente viene utilizzato come sala per esposizioni o attività culturali, ma in passato ha cambiato diverse volte destinazione d’uso passando da scuola a tribunale a municipio.

Venne edificato nel XVII secolo per ospitare i regnanti dell’isola che si recavano in loco per festeggiare “La Morenita; deve a questa sua funzione originaria il nome di Casa Cabildo.

Chiesa di Santa Ana

  • Plaza Santa Ana, 4, 38509 Candelaria

Nel quartiere che sfoggia il suo stesso nome troviamo la chiesa della patrona del paese, Santa Ana, alla quale si arriva salendo le scale che partono dalla piazza che accoglie la basilica.

Venne fondata nel 1575, e nel corso dei secoli, subì diverse modifiche.
È costituita da una sola navata sulla quale si aprono cappelle laterali, e al suo interno custodisce numerose opere d’arte che la rendono interessante da visitare anche per chi si tiene lontano da qualsiasi credo religioso.

Tra esse spiccano il Cristo Crocifisso scolpito nel legno, risalente al XVII secolo, la statua di Sant’Anna con la piccola Maria del XVIII secolo, che abbellisce l’altare maggiore, e il trono in argento sul quale la santa viene trasportata durante le processioni, solitamente esposto in un’urna di vetro davanti alla porta principale della chiesa.

Accanto a questo edificio religioso si può ammirare il belvedere di Santa Ana, i cui paesaggi predispongono alla pace e al raccoglimento necessario per la preghiera.

Casa de Las Miquelas

  • C. Isla de la Gomera, 5, 38509 Candelaria

Nel quartiere di Santa Ana vissero le ultime due vasaie della Candelaria, ceramiste storiche che fabbricavano il loro vasellame completamente a mano. La tecnica utilizzata da queste due abili artigiane veniva tramandata da madre in figlia; non prevedeva l’uso del tornio, ma solamente di utensili rudimentali con i quali modellavano la terra da loro stessa raccolta e trasformata in fango.

Il museo “Casa de las Miquelas”, dove oggi viene illustrata la loro nobile arte che tanto lustro ha dato alla cittadina, ha ereditato il nome proprio da queste due donne scomparse alla fine del Novecento.

È situato all’interno di una casa tradizionale riabilitata del quartiere, ed è stato istituito proprio con lo scopo di preservare quest’arte antica e il modo di vivere che ruotava intorno ad essa.

Fotografie, supporti audiovisivi, antichi esempi di vasellame artigianale e un laboratorio che illustra la tecnica dei ceramisti di ieri e oggi, daranno vita ad un percorso che risulterà sicuramente emozionante e interessante per gli amanti delle tradizioni e dell’arte della ceramica in particolare.


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Spiagge di Candelaria

Essendo Candelaria una cittadina che si affaccia sul blu dell’oceano non può non avere un arenile di tutto rispetto che, per fortuna degli abitanti del posto, ancora non è molto conosciuto dal turismo di massa.

La spiaggia più frequentata da chi vi abita è quella di Las Arenas, che poi è anche quella più conosciuta da chi si reca in loco per ammirare la Basilica visto che si trova a pochi passi da essa.

È costituita da sabbia nera circondata da falesie e scogli ed è molto ampia. Ha solo un difetto: qui le correnti sono molto forti e quindi è consigliato non allontanarsi troppo dalla riva se si entra in acqua.

Per chi cerca acque più tranquille è consigliata la spiaggia del Charquito, situata nelle vicinanze del molo.


Come arrivare a Candelaria

Per arrivare a Candelaria, se si parte dall’aeroporto, ci si può servire delle linee 20 e 120 dei bus, che impiegheranno al massimo un’ora per arrivare a destinazione. Se si vuole risparmiare tempo ci sono sempre, davanti all’aeroporto, taxi e auto a noleggio, con o senza conducente.

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Ma a quelli più volenterosi, a quelli che intendono chiedere una grazia alla Madonna nera e anche a quelli che vogliono solamente godere dei meravigliosi paesaggi che la zona può offrire, bisogna ricordare che c’è sempre il Camino Viejo de Candelaria da percorrere: arrivare alla Basilica camminando per le strade percorse da migliaia e migliaia di pellegrini è un’esperienza forse faticosa, ma senza dubbio emozionante.


Candelaria: tutta la spiritualità delle Canarie

Se siete alla ricerca di un’esperienza unica e spirituale sull’isola di Tenerife, non mancate di visitare la Basilica di Nuestra Señora de Candelaria. Questa iconica cattedrale ospita un’importante statua della Vergine Maria ed è una delle destinazioni turistiche più popolari dell’isola. È inoltre possibile visitare alcuni interessanti siti storici come la Casa de las Miquelas e la Cueva de Achbinico. E se volete saperne di più sulla storia antica di Tenerife, andate a vedere le statue degli antichi re dell’isola non molto distanti dalla basilica. Grazie per aver letto!

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